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Attualità, Politica

Ponte di via Badone, in mezzo scorre il dubbio. Butti: “Relazione immediata sulle barriere architettoniche”

(Come sempre – quando possibile – troverete in fondo all’articolo tutti i documenti citati e, all’interno del pezzo, i link ai riferimenti normativi)

Una corrente di nuovi dubbi attraversa – sotto e sopra – il ponte di via Badone (Camerlata) già al centro di polemiche furiose durante l’ultimo anno di mandato del sindaco di Como, Mario Lucini.
Un’enorme barriera architettonica”, tuonarono all’epoca le opposizioni (alcune delle quali oggi nella nuova maggioranza di Palazzo) e alcune associazioni di categoria. Al centro delle tensioni la struttura che, in un primo momento, avrebbe dovuto ospitare un passaggio “ciclopedonale” con scivolo per sedie a rotelle e passeggini. Tagliato il nastro si trovarono soltanto scale. “Troppa pendenza, impossibile realizzare uno scivolo. Il passaggio per diversamente abili e mamme è comunque garantito dalle strisce sottostanti” venne spiegato. Poi come ogni polverone politico la tempesta andò a placarsi finendo nel più classico degli armadi: quello che contiene contestazioni che paiono universali al mattino e minimali la sera dopo cena.

La vicenda – minimamente riassunta poiché ComoZero è appena partito e non possiede archivio – torna al centro della cronaca.
L’assessore all’urbanistica, Marco Butti, ribadisce gli stessi dubbi espressi dai banchi dell’opposizione (Fratelli d’Italia) dove sedeva fino a meno di un anno fa.
“Non ho cambiato idea – dice – e credo siano necessari approfondimenti. Per questo ho scritto Collaudatore per avere ragguagli precisi sull’attendibilità di tutti i test effettuati”.

Le prove sono state effettuate nell’ottobre 2016 (Collaudo Stativo) e nello stesso mese del 2017 (Collaudo Tecnico-Amministrativo). Infine una determina dirigenziale del Comune, gennaio 2018, chiude l’iter sui collaudi.
In nessuna circostanza vengono sollevati dubbi legislativi circa il rispetto delle Norme.
E proprio il rispetto delle norme era stato al centro del dibattito. Per gli oppositori dell’opera il Dpr 380 del 2001 (meglio noto come Testo Unico dell’Edilizia) al comma 6 dell’Articolo 82, recita: “Tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l’utilizzazione dell’opera da parte di persone handicappate (letterale, bruttino non si parli di disabilità, ndr), sono dichiarate inagibili”.

Testo Unico dell’Edilizia

Nei collaudi nessun passaggio tiene conto del Dpr e delle criticità per le persone disabili – evidenzia Butti – e non esiste alcuno scritto del Comune che chieda chiarimenti. Ho trovato negli uffici solo una dichiarazione alla stampa del’allora dirigente, Giuseppe Cosenza, che faceva riferimento alla legge regionale 6 del 1989”.

La norma cui fa riferimento l’assessore – all’articolo 2.1 dell’allegato – Sono aree e percorsi riservati ad uso dei pedoni all’interno della viabilità veicolare eventualmente anche mediante incroci a più livelli con sottopassi o sovrapassi; possono essere su marciapiede, in porticati, in zone verdi e/o in attraversamenti stradali zebrati. Le barriere architettoniche dovute a sottopassi dovranno essere eliminate salvo non vi siano facili percorsi pedonali alternativi (…)”. Il riferimento, si nota, è relativo ai sottopassi.

Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche e prescrizioni tecniche di attuazione

Nella lettera, che sarà spedita domattina, butti chiede “espressamente poiché non vi sono altri scritti che chiedano lumi rispetto alle persone disabili, una relazione precisa circa il rispetto della normativa sulle barriere architettoniche. Non è pensabile che l’unico parere che legittima il ponte venga espresso a mezzo stampa, serve una certificazione ufficiale che fughi i dubbi. Anche Acus (Associazione utenti della strada) ha detto che la struttura non è legittima”. Cioè che non si tratti, appunto, di un’enorme barriera architettonica? “Esatto, è un’opera che non avrei sostenuto”. Il ponte è stato realizzato nell’ambito delle opere connesse all’accordo di programma Comune-Esselunga nell’area di Camerlata per l’area Ex Trevitex. “E’ costato più di un milione di euro, cifra che poteva esser spesa diversamente”.

I documenti citati nell’articolo:

Ammissibilità Collaudo

Collaudo Tecnico Amministrativo

Collaudo Statico

Allegato Fine Lavori

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. BRUTTO quasi inutilizzato da chiunque . e da noi disabili impraticabile … .. una delle tante vergogne comasche ..,la cosa detta da mè e nn solo.da sempre .e lo ri ripeto ..anche se i vertici dell’ex giunta .mi avevanooffeso e segnalato all’inquisitore di facebook , cosa che nn ma fatto ne caldo ne freddo ..ahahhahah…

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