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VideoTalk – Cantù, Galbiati: “Dal governo caos e confusione. Basta dire tutto e il contrario di tutto”

Il sindaco di Cantù Alice Galbiati, ospite nel VideoTalk di ComoZero, racconta il suo punto di vista.

Cioè, come sta organizzando il Comune a proposito dei buoni spesa ricevuti giovedì 2 aprile.

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“Il Comune di Cantù ha ricevuto esattamente 212.099,67 euro giovedì mattina – ha spiegato – già da giovedì pomeriggio la giunta era pronta per deliberare i criteri di distribuzione di queste somme, infatti il servizio è partito venerdì mattina. Abbiamo pensato a due modalità di accesso, telefonico e telematico, per l’invio delle autocertificazioni. I buoni spesa consentiranno l’acquisto di generi alimentari a chi si trova in condizioni economiche, ad oggi, tali da non riuscire a fare la spesa a causa della situazione creata dal Coronavirus. Abbiamo già ricevuto circa 80 domande”.

 

Proprio sui buoni spesa si era espresso il primo cittadino canturino nei giorni scorsi, con un post su Facebook, dove aveva anche contestato aspramente, a dir suo, i criteri adottati dal Governo per la gestione dei fondi.

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“Quando la misura è stata comunicata, quel sabato sera in conferenza stampa dal premier Conte, tutti hanno tentato di capire come implementare la misura – ha affermato il sindaco canturino – da settimane stiamo ricevendo una serie di input dal Governo, con Dpcm che arrivavano dopo l’annuncio televisivo dove il cittadino riceveva una comunicazione senza che i sindaci ne sapessero ancora nulla”.

“Siamo in trincea – è la tesi di Galbiati (e di molti sindaci della Lega, Ndr)- siamo le ultime ruote del carro dal punto di vista governativo/istituzionale ma siamo anche il primo contatto dei cittadini: in questa situazione emergenziale hanno bisogno di risposte certe, non di confusione. Ciò che è stato fatto nelle settimane scorse, invece, è stata una generale confusione. Noi sindaci, tutti, ci siamo trovati in difficoltà a dare risposte certe a domande che lo richiedevano: noi stessi non avevamo gli strumenti per dare risposte certe. Ricordo il caos che si era generato per le palestre e le attività sportive, questa confusione non ha fatto bene ai cittadini che erano spaventati da quello che stava succedendo”.

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In merito a quanto riferito nella nota esplicativa del Ministero dell’Interno del 31 marzo, che di fatto consentiva “a un solo genitore camminare con i propri figli minori”, Galbiati concorda fermamente con quanto affermato dal presidente lombardo Attilio Fontana.

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“Dopo settimane di chiusura necessaria è comprensibile la voglia di uscire, ma è chiaro che se cominciamo ad allargare le maglie non ci salviamo più – spiega Galbiati – non è il momento di abbassare la guardia. Abbiamo ricevuto tante richieste di chiarimenti in merito a quanto affermato il 31 marzo sulle passeggiate. Quanto dichiarato, poi, dal ministro Lamorgese in realtà era il ribaltamento della stessa cosa detta in precedenza. Si dice tutto e il contrario di tutto, quando ci si rende conto di aver detto qualcosa che forse era il caso di non dire. Se non fosse arrivata la presa di posizione netta da parte del governatore Fontana, ci saremmo organizzati diversamente a livello comunale”.

“Purtroppo o per fortuna, è stato deciso che le ordinanze sindacali non possono andare in contrasto con le previsioni governative – ha continuato il primo cittadino di Cantù – capisco la ratio, perché il rischio è che ci sia un’applicazione a macchia di leopardo sul territorio, ma in alcune circostanze togliere questo potere ai sindaci è davvero pericoloso. Le regole devono essere chiare, nelle situazioni di emergenza i cittadini hanno bisogno di sapere con esattezza quello che possono o non possono fare”.

Galbiati, inoltre, commenta quanto dichiarato da Angelo Borrelli, nei giorni scorsi, in merito al proseguimento della quarantena degli italiani fino a maggio.

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“Le parole vanno misurate, non ci si può far scappare certe dichiarazioni – dice  Galbiati – questo è il meccanismo che ha portato persone del Nord originarie del Sud a fuggire, creando quei piccoli focolai che si sono sviluppati. In questo momento, credo, le parole abbiano un valore ancora più importante, dobbiamo stare molto attenti a quello che diciamo e questo ne è un esempio lampante”.

Infine, il primo cittadino di Cantù ha commentato positivamente la notizia dell’arrivo di oltre 3 milioni di mascherine in Lombardia, di cui 178 mila in provincia di Como.

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“Sicuramente è una buona notizia, arriva in maniera molto pertinente il giorno dopo l’ordinanza di Regione Lombardia che obbliga chi esce di casa a portare la mascherina – ha concluso –  infatti, nei giorni scorsi ho ricevuto molte sollecitazioni da parte dei cittadini sulla difficoltà di reperire mascherine. Tutte quelle che il Comune è riuscito a trovare sono state affidate ai volontari, agli ospedali e a tutte le persone che ne hanno avuto immediata necessità. Ancora prima della notizia regionale, ci stavamo organizzando per l’acquisto in base alle disponibilità delle casse comunali; adesso, con questo aiuto importante, i Comuni sono un po’ più sgravati da questa incombenza ma sicuramente faremo la nostra parte. Però, questo non deve essere un incentivo a uscire: dobbiamo uscire solo quando è necessario farlo”.

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4 Commenti

  1. Ho l’impressione che il CEP (campagna elettorale permanente) leghista sia stato riattivato. Dopo un inizio di “facciamo finta di collaborare”, sono passati a “noi siamo meglio di loro e se chiedono un restrizione noi ne proponiamo due, inutili” a “tutti contro Conte”.
    Non a caso i sindaci leghisti si muovono tutti all’unisono.

  2. I decreti governativi confondono, vero; stanno però in buona compagnia, perchè anche le ordinanze di Regione Lombardia lo fanno. Non si può accusare sempre e solo una parte e assolvere a prescindere l’altra. Ma quando la capiremo che siamo in una situazione di emergenza e puntare il dito alla ricerca del colpevole non è molto intelligente in questo momento? Anche perchè oggettivamente qualcosa nella sanità lombarda non sta funzionando, a partire dalla medicina territoriale fino ad arrivare alla delibera regionale che chiede alle RSA di ospitare pazienti con i sintomi del Covid-19, una follia!
    Certo, “Le parole vanno misurate”. Ecco, allora mi aspetto che il Sindaco Galbiati faccia una chiamata a Salvini e “Santa pazienza” rivolga soprattutto a lui questo appello. O mi devo aspettare un’ordinanza del Comune di Cantù che riapra le chiese per Pasqua?

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