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A Lugano tutti uniti per il nuovo tempio del calcio: ecco lo Stadio Boutique (e il capo progetto è di Porlezza)

Uno stadio adeguato per la squadra di Cesc Fabregas. Tema caldo a Como, anzi, diciamo rovente, anche perché dopo la conquista della serie A e la clamorosa vittoria in casa dell’Atalanta, sono spuntati tifosi da ogni parte in città e non solo in città. C’è un primo progetto per il nuovo Sinigaglia, ma i tempi, la burocrazia? A Bergamo ce l’hanno fatta, è vero, ma Milano, Roma e Firenze, non proprio le ultime piazze del calcio italiano ed europeo, insegnano: procedimenti a ostacoli, complessi.

LA VISITA OLTRECONFINE
Poi c’è il Canton Ticino, la Città di Lugano, che non solo ce l’ha fatta, ma può farlo anche meglio di Bergamo. Nel novembre del 2025 verrà consegnato il nuovo stadio, poi a fine 2026 un nuovo palasport. La voglia di capire  e di vedere come ci siano riusciti è tanta. Certo, servirebbe una guida qualificata, un Virgilio che mi porti tra i Cieli del Paradiso degli impianti sportivi. Ed ecco che scopri che il capo progetto generale dello stadio di Lugano (per conto dell’investitore privato e general contract Hrs) è un comasco di Porlezza, l’ingegnere Daniele Manzolini (foto qui sotto).

Un paio di telefonate e Manzolini organizza tutto. Incontro in Municipio con il sindaco di Lugano, Michele Folletti e il direttore del Dicastero Sport Città di Lugano, Roberto Mazza, poi visita al cantiere e infine incontro con il ceo di Fc Lugano, Martin Blaser negli uffici in centro città della società. Una mezza giornata di reportage, iniziata il mattino presto in sala giunta con il sindaco Folletti. Pure lui, come Rapinese a Como, entra in Municipio ben prima delle 8.

COLPO DI PALA
E’ anche la settimana della posa della prima pietra del Palazzetto dello Sport, PalaRaiffeisen. Il primo colpo di pala (qui non si usa dire posa della prima pietra) per tutta l’Arena sportiva (stadio) risale solo a un anno fa. Lugano, al pari di Como, non aveva mai avuto un palasport degno di questo nome. Come evidenzia il vicesindaco Roberto Badaracco, che ha la delega allo Sport e ha puntato molto sul “Pse” Polo sportivo e degli eventi di Lugano.

“Con la realizzazione del nuovo palazzetto avverrà una vera e propria rivoluzione sportiva a Lugano. Questa struttura – sottolinea Badaracco – manca in città da oltre quarant’anni e fungerà da volano a tutte quelle società che fanno dello sport al coperto la loro attività principale. I loro movimenti giovanili annoverano migliaia di ragazzi che potranno crescere agonisticamente e umanamente. Le squadre di basket e volley, ma pure la scherma e il tennis da tavolo hanno squadre ai massimi livelli nazionali e il nostro obiettivo è di conquistare dei titoli nazionali. Con questo palazzetto avremo centri di competenza nazionale che daranno ulteriore lustro al polo sportivo. La soddisfazione è grande e confidiamo di aprire il palazzetto alla fine del 2026”.

Poco distante c’è anche la pista del ghiaccio, la Resega, o Corner Arena, oltre 6mila posti eretta nel 1995. E’ tutto lì, in un fazzoletto di terra quartiere Nord di Lugano, dove con lungimiranza venne destinata a livello urbanistico un’ampia area allo sport.

Ricorda qualcosa? Muggiò, Camerlata o in tempi un po’ più lontani proprio l’area del Praa Pasquée (qui sotto).

Como Stadio SInigaglia e quartiere razionalista, giardini a lago, tempio voltiano, monumento ai caduti

Il vecchio stadio di Lugano invece era proprio in centro, al Lido. “Il merito è dei miei predecessori, Giorgio Giudici (sindaco dal 1984 al 2013) e di Marco (Borradori prematuramente scomparso nel 2021) trent’anni fa siamo stati la pima città del Canton Ticino a creare un Dicastero per lo sport. Da allora abbiamo sempre messo a disposizione le strutture comunali gratuitamente per l’attività sportiva di base a tutte le società. Abbiamo fatto investimenti sul nuovo con una piscina coperta da 25 metri e quella al Lido da 50 che si può coprire d’inverno”. Sapete quanti dipendenti ha il Dicastero dello Sport? Cinquanta. Quelli del Comune di Como sono quarantanove in meno…

NULLA NASCE PER CASO
Ma a Lugano, una prima cosa è chiara. Nulla nasce per caso. Si vedono insomma oggi i frutti di attività progettuali realizzate anni fa. Del nuovo stadio ticinese si era iniziato a parlare all’inizio degli anni duemila. Negli anni dell’ultima serie A del Como, insomma. Il vecchio Cornaredo non sarebbe stato più omologato e allora ecco il concorso internazionale per il Pse, ovvero stadio, palazzetto e quartiere residenziale. Anno 2013, vince il consorzio di architetti Cruz Ortiz + Giraudi Radczuweit. Viene poi pubblicato un “bando per investitori” per la realizzazione del Pse. Il partner che vince è un colosso, il Gruppo Hrs Real Estate Sa. Parliamo di un investimento di quasi 182 milioni di franchi (o euro che dir si voglia).

I passaggi politici non sono tutti una passeggiata. Nel 2013 il progetto esce all’unanimità dal voto del consiglio comunale, ci andrà ancora più volte, ma nel 2021 arriva un referendum popolare contro. E chi conosce come funziona la democrazia in Svizzera, sa bene che potrebbe essere una scure definitiva sul Pse, Zurigo ne sa qualcosa. Nel novembre del 2021, però, vincono i “Sì” allo stadio con il 56%.

IL RUOLO DEL CALCIO
Per il progetto si rivela fondamentale anche la spinta della società di calcio. E qui entra in scena un manager sportivo di lungo corso, del calibro di Martin Blaser, reduce da piazze top del pallone elvetico come Basilea e Zurigo sponda Grasshopper. E’ lui che viene scelto nell’agosto del 2021 dalla nuova proprietà della Fc Lugano, l’imprenditore americano Joseph Daniel Mansueto. Mansueto ha una società di informazioni e analisi finanziarie quotata al Nasdaq e ama il calcio, il soccer, più del football, tanto che, nel settembre 2019 ha già acquistato il 100% dei Chicago Fire Football Club, che giocano nella Mls americana dal 1998. Proprietà molto ricca e manager capaci, ricorda anche questo qualcosa di comasco (o indonesiano)?

Blaser crea un team di lavoro e chiede alla proprietà di investire nell’impianto (di proprietà comunale) quasi 16 milioni e mezzo di franchi. Mansueto accetta nel giro di una settimana. Ma non basta. Blaser e il suo team vogliono delle migliorie al progetto. Non una, una settantina. Lo stadio di Lugano, che si chiamerà Ail Arena e avrà poco più di 8mila posti (8.250) sarà uno “stadio boutique” unico in Europa. Erba sintetica per diminuire la manutenzione? Neanche per idea, sì al sistema “misto”. E ancora: ristoranti, hospitality, aree commerciali, centri media, poltroncine e poltrone. Proprio così, i posti “Vip” avranno una poltrona di pelle più confortevole di quella dei migliori multisala (lì vicino c’è un Cinestar) e ancora, un “experience center” per ricreare con la realtà virtuale l’emozione del campo e altre autentiche chicche.

IL CANTIERE E IL FUTURO
Il cantiere è ancora un libro aperto con qualche pagina bianca, ma nonostante le modifiche, i lavori corrono, come ci mostra Manzolini nel sopralluogo. Ci sono circa cento addetti impegnati sulle tribune, ma arrivano a trecento per le fasi di punta del cantiere. Intanto, di fianco si continua a giocare. Sono state realizzate due tribune in acciaio provvisorie, che ricordano un po’ la Curva “provvisoria” del Como, tirata su di corsa per la serie A di Preziosi. Verranno smantellate quando si giocherà nell’Ail Arena. Ovvero dall’estate del 2026.

Ma lo stadio verrà utilizzato anche per concerti o altri eventi? La risposta è no. Troppo alto il rischio di rovinare il manto erboso con il pubblico di un concerto. Un evento probabilmente ci sarà a fine primavera 2026, prima della posa dell’erba e dopo un weekend di maggio in cui tutta Lugano sarà invitata a visitare la strutture. Se qualcuno volesse fare un viaggio virtuale nel cantiere ogni quindici giorni viene girato un nuovo video con il drone.

Similitudini con Como? Tante. Identità di vedute? Idem. Contatti? Le amministrazioni si parlano e, anzi, il Dicastero dello Sport di Lugano guarda pure a Cantù e al suo modello di Arena, soprattutto per la gestione dell’entertainment. A livello di Club di calcio, da parte svizzera c’è sicuramente curiosità verso il vicino italiano e la sua proprietà. Non sono esclusi contatti nel prossimo futuro. Collaborazioni sportive? Del resto Fabregas vive in Ticino, ma anche per il nuovo stadio. In un rapporto assolutamente paritario, anche se da quella parte del confine si è davvero avanti qualche decennio su alcune questioni.

IL NODO PARCHEGGI
Si ma ci sarà pure un difetto in questo progetto del Pse, a parte il nome Pse? Non torno a Como fino a quando non lo trovo. Incredibile, ma vero, un difetto c’è e non è da poco, tanto da ammetterlo sia gli amministratori, sia i privati coinvolti. Il nuovo stadio è in pratica privo di un’adeguata rete di mobilità, leggasi di parcheggi.

Sono una cinquantina quelli sotterranei, altri sono nei dintorni. Certo, per 8mila spettatori non servono 2mila parcheggi… però almeno 6, 700… La stazione dei treni non è vicina. Ci saranno un servizio di mezzi pubblici e altre forme di trasporto dedicato.
Ma le famiglie che vogliono andare allo stadio in auto? La giunta della Città di Lugano sta provando a correre ai ripari. Il piano c’era, ma ci sono dei ricorsi, da parte di ambientalisti. Insomma, traffico e parcheggi (anche per lo stadio) accomunano Lugano e Como.
Ok, posso rientrare verso casa più sereno. Non prima di aver lasciato all’autosilo piazza Castello i miei 14 franchi per la mezza giornata a Lugano. Ricorda qualcosa?

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11 Commenti

  1. Pur non avendo nulla come riferimento hanno fatto un progetto di ARCHITETTURA. Non il capannone dell’ikea in metallo, con dentro il campo da gioco come a Bergamo. Hanno scelto il migliore dei progetti con un concorso. A Como se non si fa un concorso per lo stadio, non si fa il concorso per il lungolago, non si fa il concorso…

  2. Messaggio semplice: a Lugano hanno preferito rendere fruibile l’area del lungolago, e sfruttare i maggiori spazi fuori città, ancora modellabili perché non densamente abitati/urbanizzati.
    Noi a Como parliamo del contrario! Concentrare tutto sul lungolago con: disagi, mancanza di visione urbanistica, zero parcheggi e viabilità nel caos. geniale.
    “Ah be.. vuoi mettere lo stadio in riva al lago?”.. meglio guardare la partita, no?

    1. Lo stadio va’ spostato a Vomo Sud uscita autostrada, punto e basta. Riqualificare poi tutta la zona a Lago con parco e cammino pedonali e rivalorizzare una citta” ora in netto decadimento.

        1. Leggi cosa hanno fatto a Lugano, ad esempio. Ti do una mano: rendi quello spazio fruibile per i cittadini magari. Evitando che finisca in mano a privati per fare una bella schiera di condomini

          1. L’ho letto, grazie. Sai quanto hanno stanziato a Lugano per fare il nuovo sottopasso della stazione? 65 milioni di CHF. E un sottopasso c’era già. Quindi ti ripropongo la domanda: a costo zero (quello che possiamo permetterci in Italia), cosa facciamo del vecchio stadio? All’incrocio tra via Gallio e viale Cavallotti c’è l’esempio del futuro del vecchio Sinigaglia una volta abbandonato. Se ne vuoi altri, c’è l’imbarazzo della scelta… Ticosa, asilo Sant’Elia…

          2. È già fruibile per i cittadini, per adesso solo quando c’è la partita del Como. Quando verrà rinnovato lo sarà per più giorni alla settimana, così i lamentosi si consumeranno i polpastrelli. Per coerenza però non vorrò vederli presenti anche quando ci sarà qualcosa di loro interesse, sempre che ne abbiano qualcuno.

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