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“E’ successo anche a noi, al servizio degli altri”. Sos Lurago, l’amarezza contro i deliri negazionisti

E’ angosciante dover dare conto di parole simili. Perché, come dicono gli estensori stessi del pensiero originario “pensavamo di non doverlo mai scrivere”. E invece anche a Como e provincia, le persone che lottano ogni giorno per salvare la vita alle persone devono arrivare a sfogarsi per gli attacchi, le menzogne, le falsità dei negazionisti, dei riduzionisti, in sostanza del peggio che questo mondo sappia produrre.

E così l’Sos di Lurago d’Erba, l’associazione volontaria di pronto soccorso no profit, si è vista costretta ad affidare alla propria pagina Facebook (titolare anche delle immagini) l’amarezza e il rammarico più profondi perché arrivati ad essere accusati da menti distorte a “correre a sirene spiegate nelle vie dei nostri paesi con il solo scopo di incutere timore alla popolazione”. Follie incommentabili, naturalmente. Ma che riescono a disgustare ogni volta che emergono come rigurgiti.

Con la totale solidarietà ai volontari, dunque,ecco di seguito il testo integrale di Sos Lurago d’Erba.

Pensavamo di non doverlo mai scrivere.
Pensavamo avvenisse in luoghi lontani dai nostri paesi.
E invece no, è successo anche a noi.

Nel territorio sul quale operiamo si sta diffondendo l’idea che la nostra Associazione si stia inventando servizi di emergenza per correre a sirene spiegate nelle vie dei nostri paesi con il solo scopo di incutere timore alla popolazione, a seguito di “pressioni ricevute dall’alto”.

Voci che ci hanno raggiunto direttamente, anche con telefonate presso la nostra sede operativa e che speriamo, in ogni modo, possano limitarsi ad esse.

Il nostro rammarico è profondo.

Ed è un rammarico che colpisce nel profondo papà, mamme, figli, fratelli e sorelle, lavoratori e pensionati, volontari o dipendenti, PERSONE COMUNI che scelgono, giorno dopo giorno, di portare avanti l’impegno di chi ben 35 anni fa decise di fondare una Associazione di Volontariato al servizio della Comunità.

Vicini a chi ha bisogno? Certo, sempre.

Anche tuttora, quando nonostante tutte le misure di sicurezza utilizzate, nonostante la mascherina, gli occhiali, la cuffia e i calzari, due paia di guanti e litri di disinfettanti… nonostante ciò scegliamo in ogni missione di mettere a rischio la nostra vita per il bene dell’altro.

Chi per lavoro e, i più, nella forma del puro volontariato.

Per soccorrere chi ci chiede aiuto, non potendo nemmeno rivolgergli un sorriso di speranza perchè rinchiusi in tute bianche che ti tolgono il fiato.

Con la paura, al rientro verso casa, di aver portato con noi – verso i nostri cari, verso chi ci vede uscire presto la mattina o arrivare tardi la sera – quella bestia invisibile che ormai da un anno stiamo combattendo senza sosta.

Sono settimane difficili quelle che stiamo attraversando: uscite incessanti, sirene ininterrotte, con il tempo scandito dal suono della campana che annuncia l’ennesima missione di soccorso.

Gli occhi stanchi quelli dei compagni che, a volte, capita di incrociare in sede sui cambi turno. Ma dietro questi occhi, dietro queste mascherine, ci siamo solo noi: non eroi venuti dal cielo ma gente comune che ama davvero.

Ognuno di noi sa di aver fatto la propria parte: non a parole ma con i fatti.

Sappiamo di non esserci tirati indietro quando le nostre comunità, i nostri concittadini e a volte anche i nostri parenti, hanno avuto bisogno di un sostegno, di una cura, di essere soccorsi da qualcosa di tanto devastante quanto invisibile.

Sì, siamo affaticati, quella fatica che – alla fine della giornata – ti fa sentire orgoglioso di essere stato, insieme ai tuoi compagni, sempre in prima linea.

Solo ed esclusivamente per gli altri.
Siamo certi che tutto ciò lascerà in ognuno di noi un segno importante… Ma non sarà certo quello di finte uscite a sirene spiegate per spaventare chi ci sta accanto.

Grazie a chi ci è vicino e, anche ora, ci riscalda il cuore con la sua vicinanza.

#sosluragononsiferma

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. A volte si è portati a credere che la follia sia così diffusa e che ogni azione delirante non sia assolutamente motivabile e razionale. Sul negazionismo invece non sempre è così. Convivono spesso sia follia sia lucida razionalità. E visto che sulla prima possono discutere solo gli psichiatri, è necessario soffermarci sulla seconda. Qualche giorno fa, un amico mi ha inviato l’estratto di una discussione su uno dei tanti “Sei di…..”. Una signora aveva scritto che era assolutamente necessaria la massima prudenza per prevenire il rischio di contagio. È stata aggredita da due altri ospiti della chat che l’hanno letteralmente coperta di insulti e di illazioni. La frase più simpatica è stata “Scommetto che sei una pensionata o una statale di m…… con il sedere al caldo”. Sconcertante, la raccomandazione della signora è assolutamente razionale. I due ineducati interlocutori hanno però anche loro delle motivazioni razionali che hanno espresso nel proseguimento della raffica di insulti. La loro tesi è: se ne parli, provochi paura, la gente non si muove da casa e noi subiamo ripercussioni economiche perché abbiamo bisogno di clienti per le nostre attività. Spesso anche il negazionismo ha una sua componente razionale: i miei affari sono più importanti della vostra salute. Autocentrata ma assolutamente razionale. Non sempre sono solo matti a volte sono molto più semplicemente stronzi. ?

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