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Lungolago: vedi Lugano e poi muori (a Como). Il porno-confronto tra eden e vergogna

Fotoservizio Carlo Pozzoni

Va bene la difficoltà di lavorare nell’acqua. Va bene che gli imprevisti possono accadere anche nell’asfaltare un tombino, figuriamoci per un cantiere che costerà – paratia più, paratia meno – una trentina di milioni. Va bene anche il caos per il presunto muro, per le elezioni, per l’indagine dell’Anac e per il terrificante processo che ha sconvolto un Comune intero e qualche fetta notevole di città.

Ph: Pozzoni

Poi, però, fatti salvi tutti i “va bene che”, resta la realtà. Quella che il comasco, il turista, un qualsiasi cittadino del mondo vede senza troppi rimandi al passato, calpesta senza pensare a tribunali e delibere, vive senza dover necessariamente conoscere la storia politico-giudiziaria di Como degli ultimi 25 anni.

Allora tutto diventa più immediato. Più normale. Ma anche più inspiegabile e vergognoso, più inaccettabile e assurdo. E per far risaltare ancora meglio l’infinito buco nero in cui è finito il cantiere per il “nuovo” lungolago con il suo teorico sistema antiesondazione, cosa c’è di meglio che fare una capatina a Lugano (nella clamorosa fotogalley qui sotto)?

Cosa c’è di meglio che fare due passi nella cugina d’oltreconfine, che il suo lungolago ce l’ha, lo cura senza ambire a trasformarlo in un Vajont ma semmai puntando con rigore elvetico su una ordinaria e ordinata manutenzione, tralasciando fantasiose barriere contro tsunami, maremoti immaginari e invasioni degli ultra-cavedani?

Dunque facciamoci del male.
Serenamente.

Facciamoci del male pensando alla follia di un cantiere, quello di Como, che iniziò materialmente l’8 gennaio del 2008. Undici anni e quasi 4 mesi fa. Facciamoci del male guardando com’è tuttora ridotto.

E’ semplice.

In questa pagina, quando vedete qualcosa di grigio, moribondo e orrendo, in stato di semiabbandono e di degrado estremo, tra calcinacci e insalate spontanee, tra recinzioni malandate e terra brulla, tra lamiere arrugginite e radure di sporcizia, allora in quei casi state vedendo scorci di Como. Dell’osceno lungolago di Como, dove persino l’unica parte amorevolmente “medicata” dai privati ora che è sotto la gestione di Palazzo Cernezzi si trasforma in ranocchio

La fotogallery  sfogliabile del lungolago di Como

Ah, per la precisione: concludere i lavori iniziati quando l’Italia era campione del mondo da 18 mesi – lavori ora interamente nelle mani di Regione Lombardia – costerà complessivamente 32,3 milioni di euro. E serviranno – assessore regionale Massimo Sertori dixit, lo scorso 18 aprile – almeno altri 2-3 mesi prima della gara d’appalto europea, in attesa messianica della presunta (mooooolto presunta) fine cantiere per la tarda primavera 2022.

Bene.

Ora spostate lo sguardo sulle foto “grigie-moribonde-orrende ecc”. Tornate a farvi del male. Tornate, almeno con il pensiero e trasportati dalle foto di Carlo Pozzoni, a Lugano. Mettete da parte le megalomani voglie dei politici comaschi di ieri e di oggi e fate i semplici. I modesti.

Accontentatevi di camminare su una passeggiata spaziosa e larga, senza buche malandrine o cubetti di porfido da asporto. Se riuscite (anche a non ridere) mettete via per un attimo la barzelletta di aver speso 30 milioni per stoppare le esondazioni comasche con “panconi da impilare a mano sulla ringhiera” una volta ogni 50 anni.

E a Lugano limitatevi a godere di un lago che si vede senza barriere in tutto il suo azzurro, a respirare il profumo dei fiori di primavera, a mangiare un gelato senza temere di finire contro un badile di ruggine e rabbia mentre accanto passa il trenino rosso.

Fate due passi a Lugano, se potete. Fatevi del male, sognate l’impossibile. Siate pornografici, nella vostra semplicità: immaginate un lungolago che faccia solo il lungolago.

Lo sentite il brivido di piacere, vero?

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem

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6 Commenti

  1. Sono anni che i Cittadini più attenti sostengono l’inadeguatezza dell’Amministrazione Comunale degli ultimi decenni. Per Como tutto è un problema basti vedere le poche piante che alcuni hanno davanti a Bar e negozi, fanno pena, il resto è peggio.

  2. Appena andati a Lugano dopo anni….
    Sempre splendida e curata nei dettagli!
    Il paragone è “pornografico”,altro che l’erba del vicino è sempre più verde!
    Molto più verde e fiorita,purtroppo per noi e per fortuna per l’ambiente!!!

  3. Grazie Botta,Grazie Bruni, grazie lega e forza italia e fratelli vari per aver gettato un gioiello nelle spazzatura. Ma probabilmente ciò piace ai comaschi , avendo essi dato mandato a tale landriscina che altro non sembra che la continuazione di bruni sotto altro nome.

  4. L’erba del vicino sempre più verde ? No solo cervelli un po’ più grigi e funzionanti . L’articolo mette a nudo la realtà se ancora ce ne fosse bisogno, in modo molto semplice: confrontando due luoghi che fino a 12 anni fa si somigliavano un po’ di più ed ora uno appare solo come un enorme harakiri ambientale. Grazie per il servizio

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