E’ sempre sottile il confine su cui poggia il tratto di via Varesina che – all’incirca – si sgranchisce da via Badone all’incrocio con via Lissi. Un angolo, o meglio un rettilineo, che conosce senza soste piccole rinascite e momenti di sonnolenza, attimi di rilancio e di succulente novità interrotti da altri di stagnazione e simil-depressione.
Che fase è questa? Un limbo perfetto, verrebbe da dire dopo una breve sgambata perlustrativa condotta rigorosamente sulle coste a destra e a sinistra del grande fiume di cofani e cerchioni che scorre senza soste al centro.
Un simbolo perfetto di un’identità ancora una volta in fase di ridefinizione, ad esempio, è il recentissimo cambio di insegna verso la cima della via, direzione Breccia: là dove anni fa era sbocciata un’italianissima primizia, il ristorante vegetariano “L’asparago”, ora è calato l’ennesimo Dragone rosso. Che non sputa fiamme, ma ha nome capolavoro: “La bella vita – Ristorante cinese”. La summa di un’epoca, in sostanza.
Ma questo è soltanto uno dei cambiamenti reali, concreti, già visibili sulla pelle di quel lembo comasco di Varesina. Per il resto, è attesa. Un’attesa che poggia sulle spalle solide e storiche dell’ottico, del gioielliere, del bar, del cinema. Cioè i caposaldi di un quartiere di passaggio per natura, ma che pure ha trovato in quel pugno di attività indifferenti all’andare del tempo e al cambiare dei costumi una sorta di identità permanente. Un centro di (varie) gravità, avrebbe cantato il compianto Franco Battiato.
Poi, però, ci sono i buchi neri. Alcuni temporanei, probabilmente: chissà cosa sarà delle vetrine che fino a pochi mesi esponevano torte di design, dolci che parevano usciti dalle fantasie più estreme dei golosi, inni al peccatuccio. Oggi non ne resta più nulla, un mondo inghiottito dai lockdown.
Ben prima aveva salutato un’insegna che si è portata via un’epoca: la “Casa della Serratura”, titolo di una Como anni ’80 che ora è girata al contrario, verso il muro sopra l’uscio sbarrato.
Alla spicciolata, sono tante le altre serrande mai più rialzate e calata di volta in volta su negozi di informatica e telefonia, piccoli market orfani di carrelli e – chi in Varesina almeno una volta c’è passato non può ignorarlo – quel che resta di “Ul Bacan”, ristorante pizzeria con giardino che sparì qualche anno fa ma che come per incantesimo si affaccia ancora triste e uguale a se stesso sul traffico che scorre. Somiglia, nella sua fissità, a quelli che passano ore alla finestra, guardando il mondo scorrere di sotto. Senza un perché, a volte senza un futuro.
2 Commenti
Quindi lasciamoli morire tutti e abbassiamo le braghe nei confronti di Amazon che se è più competitiva è solo grazie allo spregio nei confronti dei diritti sindacali e al fatto che non ha mai pagato mezze tasse in Italia?
Ormai le piccole botteghe, ovvero i cosiddetti esercizi di vicinato, non sono più competitive, per cui…