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Elisa (ristorante Feel): “Chiusi ancora, tra le offese dell’opinione pubblica e l’elemosina di istituzioni cieche e incapaci”

Elisa Forlanelli è un architetto sedotto dalla ristorazione, oggi sommelier, gran maestra di cerimonia e anima, con il marito chef Federico Beretta, del ristorante Feel di via Diaz a Como.

Dei due scriviamo spesso. Dalla nascita a oggi Feel si è ricavato, a pieno titolo, un nome ben noto sia in Italia che all’estero (di recente incoronato “Ambasciatore del territorio” da Gambero Rosso).

Come tutti i colleghi ristoratori oggi, Lombardia arancione, Elisa e Federico hanno dovuto nuovamente spegnere i fuochi e chiudere la porta.

Così Elisa ha offerto alcune riflessioni a coronamento di un anno di pandemia e restrizioni. Pensieri, li riportiamo integralmente sotto, che sappiamo bene essere voce di migliaia di altri esercenti. Sono parole dure che offrono un’analisi difficilmente contestabile. E che si chiudono con grazia e profondissima dignità.

DÉJÀ VU
Per la terza volta siamo obbligati a mettere in pausa le nostre vite.

Per la terza volta dovremo trovare parole di conforto per i nostri collaboratori e risposte per i nostri fornitori e per le nostre banche. lo facciamo, ma siamo stanchi di essere il capro espiatorio.

Tutti sono stanchi, ma c’è chi esercita il diritto di trasgredire alle regole in nome di questa stanchezza (no mascherine, incontri, feste) e chi ne paga le conseguenze, senza una evidenza scientifica dell’utilità di chiudere i ristoranti che hanno fin da subito rispettato regole, distanze ed aumentato le attenzioni verso il cliente.

Ristoranti come il nostro, con 7 tavoli dove entrano 14/16 persone, sono innanzitutto luoghi dove si fa cultura; non ultimo, sono luoghi sicuri.

Meritiamo rispetto, ma per ora abbiamo raccolto solo offese dall’opinione pubblica, cecità ed elemosina dalle istituzioni.

Con dignità si chiude ancora, non alimenterò i nostri cuori di rabbia o di senso di ingiustizia, ci concentreremo nel progettare un fantastico menù primaverile (o estivo?) ma terremo bene a mente che delle persone incapaci stanno demolendo le nostre vite private e professionali. A presto…

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6 Commenti

  1. Allora: siete un ristorante da “7 tavoli per 14 persone”.
    Tradotto: per pagare i vostri costi dovete, necessariamente, praticare prezzi da elite. Niente di male, ma non siete certamente il locale del comasco medio. Siete un locale che, deliberatamente e legittimamente, si dedica a una parte molto residuale di comaschi (a parte i “giornalisti”) o, più probabilmente, si dedica in via preferenziale o addirittura esclusiva a un target di non comaschi.
    Ci dite su quali basi dovremmo sentite la vostra mancanza? Ci dice la testata su quali basi dedica spazio e affetto a questo tipo di imprese? Siamo certi che non sia su, validissime, basi “gastronomiche”.

  2. Devo essere onesto. Anche se si potesse andare al ristorante, non ci andrei. Evidenze scientifiche non ci saranno ma il buon senso mi dice che è meglio non correre rischi. Ho visto gli effetti terribili della malattia su un parente molto stretto che, dopo quattro mesi, fa molta fatica a camminare e a respirare; ho salutato per l’ultima volta in videochat una mia anziana zia a cui ero molto affezionato. La Covid l’ha uccisa pochi minuti dopo. Troppo anche per me. Quando sarò vaccinato, spero al più presto, sarò sicuramente seduto ai tavoli di Feel. Mai stato prima ma dopo aver letto l’articolo ne faccio una questione di principio in onore di mia zia e della profonda tristezza che ho provato nel saperla morire in solitudine.

  3. Buongiorno,
    Sottoscrivo e condivido, i ristoranti con rispetto delle norme devono stare aperti fino alle 21 se lo desiderano. Stanno ammazzando il Paese, su Arcuri c’ è molto da dire, dovrebbero andare in Israele per vedere come si gestisce pandemia e vacini. Ha ragione assolutamente la Signora Elisa, Cultura del Cibo e Cultura del vino. Stesso discorso vale per i Teatri. Una gestione della Pandemia catastrofica fin dall’ inizio. Poi i politici che hanno avuto stretti rapporti con la Cina e sapevano del virus già a dicembre 2019 siano sentiti dalla magistratura. Massima solidarietà a Ristoranti, Bar, Alberghi, Teatri e Cinema.
    Un caro saluto.
    Davide Fent

  4. Luisa corti, il regno del gossip e del pettegolezzo in genere è il salone da parrucchiera…così, giusto per farti riflettere.

  5. Non è questione di rispetto: è questione che nei locali ci si va per scambiare 4 chiacchiere, e con il COVID non mi sembra il caso.

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