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Economia

Covid, Confindustria durissima: “Metalmeccanico, scenario drammatico. La crisi peggiore del secolo”

La proverbiale prudenza diplomatica di Confindustria (in particolare quella comasca) oggi è ben oltre l’orizzonte.

Presentando i dati sull’andamento del metalmeccanico durante l’emergenza Covid l’associazione degli imprenditori non usa mezzi termini e delinea uno scenario senza precedenti.

Troverete sotto l’intera analisi, Ma partiamo dalle parole di Serenza Costantini, presidente del Gruppo Metalmeccanici poiché delineano un quadro oltre il drammatico:

“I dati raccolti nei primi mesi della pandemia e, soprattutto, il sentiment per i successivi, consegnano uno scenario drammatico per il settore metalmeccanico, in particolare nel nostro territorio votato all’export. È evidente che si tratta di una recessione profonda e la ripresa sarà più lenta di quanto potessimo presagire.

Di fronte a questa fotografia reagire in modo coeso diventa un vero e proprio dovere civico prima ancora che economico. Abbiamo necessità di stimolare la domanda interna attraverso incentivi al consumo, penso all’automotive, per esempio, e all’aumento della spesa pubblica per le grandi opere di cui il nostro Paese ha da sempre necessità, in modo da creare un volano positivo.

Ma, allo stesso tempo, è fondamentale garantire liquidità alle imprese e interventi di carattere strutturale per aumentare la loro competitività. Dobbiamo sostenere le aziende più fragili ad uscire dal momento più complicato della storia economica dal dopoguerra ad oggi.

Probabilmente abbiamo un gran bisogno di normalità in ogni ambito: da quello sociale a quello economico per riuscire ad agganciare la ripartenza nel minor tempo possibile”.

Dati generali, timori e crisi

Sono stati presentati i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 154ª edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori in un evento “corale” per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle sezioni metalmeccaniche – meccatroniche, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dalla nostra Industria e dei valori diffusi dalle Imprese.

I risultati dell’indagine confermano una forte contrazione causata dal lockdown a livello mondiale in seguito all’emergenza Covid – 19. La pandemia sta avendo, infatti, sulla nostra economia e sull’attività produttiva delle nostre imprese effetti devastanti che potranno determinare nel lungo periodo un impatto pesantemente negativo sulla struttura produttiva del nostro sistema industriale con possibili perdite di quote di mercato.

Sulla base delle indicazioni che emergono da una rilevazione condotta presso le imprese metalmeccaniche a livello nazionale, il 41% teme di perdere in modo strutturale quote di fatturato sul mercato interno ed il 47% su quelli esteri.

Bimestre marzo-aprile

Nel bimestre marzo-aprile del 2020 l’attività produttiva metalmeccanica del nostro Paese ha registrato una contrazione congiunturale media pari al 47,6% rispetto a gennaio-febbraio e al 44,1% nel confronto con l’analogo periodo del 2019. Al crollo registrato nel mese di marzo, pari al 40,3% rispetto a febbraio, ha fatto seguito una nuova caduta del 24% nel mese di aprile. Complessivamente i volumi di produzione metalmeccanica realizzati nel mese di aprile risultano più che dimezzati (-54,6%) rispetto a febbraio.

Risultato peggiore delle dinamiche produttive dell’intero comparto industriale, diminuite nello stesso periodo del 42,1%, e di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011 innescate, rispettivamente, dai mutui subprime e dalla crisi dei debiti sovrani dei paesi dell’Eurozona. Nell’ambito del metalmeccanico i forti cali produttivi risultano diffusi a tutte le attività del settore. In particolare, nel bimestre marzo-aprile, la produzione del comparto della Metallurgia è crollata del 44,1% rispetto al bimestre precedente, quella di Prodotti in metallo del 45,1% e quella di Macchine e materiale meccanico del 45,6%.

La produzione di Altri mezzi di trasporto (navalmeccanica, aerospaziale, motocicli, materiale ferrotranviario) si è ridotta del 60,2% e quella di Autoveicoli e rimorchi del 74,9%. L’industria metalmeccanica nel suo complesso e le attività in cui essa si disaggrega hanno riscontrato risultati peggiori rispetto a quanto osservato nei principali paesi dell’Eurozona.

Domanda interna e estera

Il forte calo dell’attività metalmeccanica è stato determinato oltre che dalla caduta della domanda interna anche da una contrazione della componente estera. Nel mese di marzo, infatti, le quote di fatturato metalmeccanico destinate ai mercati esteri sono diminuite del 21,1% rispetto allo stesso mese del 2019; le importazioni si sono ridotte del 22,5%. Sulla base delle indicazioni che emergono dai risultati relativi alla nostra consueta indagine trimestrale, la fase recessiva dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre. Il 63% delle imprese intervistate dichiara un portafoglio ordini in peggioramento. Il 71% prevede ulteriori cali di produzione rispetto al primo trimestre. Il 34% ritiene di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali. Peggiora, nel contempo, la situazione della liquidità aziendale ritenuta cattiva o pessima dal 32% degli intervistati rispetto a percentuali pari o inferiori al 10% indicate nelle indagini più recenti.

I dati locali – la contrazione interessa 4 imprese su 5.

Le imprese del settore metalmeccanico attive nel territorio di Como, considerando i diversi comparti (metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo, macchinari e attrezzature, fabbricazione di prodotti elettrici, elettronici ed elettromeccanici, fabbricazione di mezzi di trasporto, ecc.), rappresentano oltre un terzo (34,7%) delle realtà manifatturiere locali, dando lavoro a circa il 32% degli occupati manifatturieri. Nel dettaglio si tratta di circa 1.750 aziende per oltre 16.300 addetti.

Secondo gli ultimi dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio Congiunturale sul primo trimestre 2020, oltre l’80% delle realtà del settore registra una diminuzione che riguarda in particolare gli indicatori associati a domanda sia interna che estera e alla produzione. L’utilizzo degli impianti, infatti, ha visto una contrazione per l’87% delle aziende metalmeccaniche intervistate.

Le previsioni formulate per il secondo trimestre 2020 confermano sostanzialmente i giudizi espressi riguardo l’andamento degli indicatori nei primi tre mesi iniziali dell’anno. Se per il 10,6% del campione è comunicata stabilità e per il 4,8% un aumento, per il restante 84,6% è attesa una riduzione del business. Rimanendo in tema di aspettative, oltre un’azienda su due (52,5%) segnala che nei prossimi sei mesi sperimenterà una riduzione della propria capacità produttiva mentre il 37,6% manterrà gli attuali livelli e il restante 9,9% li aumenterà.

Continuano ad essere rilevati elementi di criticità legati al limitato orizzonte di visibilità sugli ordini, ambito per il quale quasi i due terzi (63,4%) delle aziende comasche sono costrette ad operare con una programmazione delle attività inferiore al mese, e alla liquidità, ritenuta migliorabile per sei realtà su dieci (59,2%).

Lo scenario occupazionale risente della decelerazione registrata a livello generale per ordini, produzione e fatturato. Nonostante il 68% del campione delle imprese comasche segnali una tenuta della propria forza lavoro, la quota di aziende che comunica una contrazione occupazionale si attesta al 28%, a fronte di circa il 4% di soggetti che indica, invece, un aumento.

Le aspettative per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi, pur risultando principalmente orientate alla conservazione dei livelli (65%), rivelano una quota di diminuzione del 35%.

 

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