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Attualità, Politica

Como, candidato sindaco del csx. Bartolich e quel commento: “Non ho ancora accettato”. Quindi la richiesta è ufficiale

Si è sentita chiamata in causa dal commento di uno dei lettori più attivi di ComoZero, Gioele. Parliamo dell’ex deputata e ex segretaria generale della Cisl di Como, Adria Bartolich il cui nome è da tempo nella rosa (ipotizzata poiché nulla vi è di ufficiale, almeno fino a ora) dei papabili candidati sindaco 2022 a Como per il centrosinistra.

Con ordine.

Due giorni fa siamo usciti con questo pezzo: “Alberto Gaffuri non piega la testa: “Parlare ai delusi di centrodestra non è reato, Traglio un’opportunità. Non devo chiedere permessi a nessuno“.

Articolo che faceva seguito agli attacchi di Articolo Uno e all’incontro ‘segreto’, che abbiamo svelato con foto, tra l’ex candidato sindaco del centrosinistra a Como, Maurizio Traglio, Alberto Gaffuri e Matteo Renzi.

Quando si tratta di politica abbiamo un certo zoccolo duro di lettori che partecipa attivamente con commenti e riflessioni, qualche zuffa ma in un generale clima di moderata vivacità. Alcuni sono molto preparati peraltro e spesso ci chiediamo se non siano politici con i baffi finti e pseudonimi.

Tant’è, in calce al pezzo su Gaffuri Gioele scrive:

Ma come si fa a non dargli torto! In fin dei conti il Senatore Renzi era a Como per motivi privati, il birrificio è un luogo frequentatissimo e ha incontrato le persone politicamente e personalmente più vicine che ha in città. Che male c’è. Traglio non ha ancora dato la sua disponibilità ma d’altro canto quando uscirono le candidature di Guerra e Mantovani su questa testata nessuno si scandalizzò anche dopo che a breve giro di posta declinarono. E come si può dargli torto sul tema più importante. Perché non rivolgersi ai delusi del centrodestra consapevoli di aver eletto la peggior Amministrazione di sempre? E perché, sfatiamo il tabù, non rivolgersi ai futuri delusi del centrosinistra che, dopo un lento tergiversare su candidature improbabili, si troveranno la solita candidatura premio alla carriera della solita vecchia gloria del sindacato? Probabilmente un nuovo polo laico e riformista che sviluppi Agenda 2030, unico programma degno di questo nome visto fino a ora, rappresenta l’ultima speranza per far ripartire la città. In fin dei conti Gori e Sala non partirono allo stesso modo? Unico suggerimento al brillante Alberto Gaffuri. Non dimentichi i temi della “sostenibilità”. Francamente su Agenda 2030 c’era da aspettarsi qualcosa di più.

E quella frase la solita candidatura premio alla carriera della solita vecchia gloria del sindacato ha fatto scattare il colpo di reni a Bartolich che si è sentita chiamata in causa. In una lunga riflessione (sotto integrale) la ex parlamentare scrive:

Ci sta pure il premio alla carriera per la ” vecchia gloria”, banalmente significa che c’è stata una carriera, che si è vista, e non sono stata sparata improvvisamente nell’universo come un disco volante, anche se adesso si usa molto. Se dopo cotanta carriera qualcuno mi ha chiesto ancora di fare qualcosa una ragione ci sarà pure, visto che le assicuro, non mi sono mai autocandidata in vita mia.

Ma soprattutto:

Tra l’altro non ho ancora accettato, per cui la sua preoccupazione mi pare alquanto prematura.

Mica poco. Dopo mesi di possibili nomi con successivo no grazie (Guerra, De Santis) e infilate continue di nomi ecco che un petalo della rosa di candidati ammette la richiesta arrivata [dai partiti (Pd almeno) e dalle civiche (Civitas?) presumiamo]. Se non ha ancora accettato significa che qualcuno ha domandato, no?

Comunque, domani proprio Civitas darà il via alla campagna elettorale e magari qualcosa trapelerà.

Qui l’intervento integrale di Bartolich:

Caro Gioele , che lei tifi per Agenda 2030 ci sta , è legittimo e rispettabile . Anche qualsiasi nota critica sul sindacato, la sinistra, la destra e l’universo mondo lo è. Sono opinioni. Avrei anch’io qualcosa da dire sugli esperimenti pseudo-centristi , sulla giunta uscente di centro-destra, altro ancora si potrebbe dire sulle ultime amministrative e su come si può buttar via, con ottusità, una maggioranza schiacciante per presunzione e noncuranza.

Qualcosa si può esprimere su tutto e tutti. Mi faccia dire che, pur riconoscendo a uno dei protagonisti dell’incontro un innegabile talento politico, anche passare dal 40 e rotti % ad una legnata sui denti è stata una bella impresa. La politica è così, ha delle parti razionali dove occorre logica e mestiere, poi c’è il carattere delle persone. Se c’è si vede, per un politico è persino una necessità, ma ogni tanto non ci si ferma in tempo. Per questa ragione i partiti sono stati una scuola importante: insegnavano il senso della misura e del limite, a muoversi in modo coordinato, a non buttar via risorse e persone. Certo la nuova politica ha movimenti rapidi, a volte di successo, ma che spesso si trasformano poco dopo in una vera débâcle. Se ci pensa un attimo, così è andata negli ultimi 10 anni. E spesso i tonfi sono proprio il risultato dell’inesperienza.

Non sto incensando i sarcofaghi della politica , ma le ricordo che dopo avere avuto una serie di governi con l’età media che si troverebbe in una discoteca al sabato sera , alla fine è stato necessario chiamare Draghi , uomo con maturata e grande esperienza che chissà perché non è annoverato nella categoria dei “rottamandi ” . Forse perchè ora siamo davvero nei guai e qualcuno ci deve pure tirare fuori dalle secche. Siccome ogni tanto mi diletto a leggere i commenti, anche quelli che mi riguardano (questo è un vezzo) e ne ho trovati particolarmente interessanti un paio oltre al suo, nei quali si faceva riferimento all’età e al sindacato.

Trovo piuttosto originale che nessuno abbia colto la bizzarria della cosa visto che tutti i candidati maschi proposti e sfilati sulle pagine dei giornali sono più vecchi di me, per cui quanto meno andrebbero aggettivati allo stesso modo : vecchio imprenditore, vecchio sindaco, vecchio dottore, avvocato, ingegnere … ecc ecc. Non lo trova un po’ idiota ?
L’altra stranezza è l’assoluta inconsistenza delle obiezioni di merito e il riferimento unico all’esperienza sindacale, che c’è ed è stata lunga, e non mi sogno nemmeno di rinnegarla, ma certo nemmeno lontanamente paragonabile all’esperienza politica e amministrativa durata pressoché il doppio . Quasi che difendere i lavoratori fosse una sorta di diminutio e perciò più attaccabile dell’esperienza politica. Non mi pare la strada giusta. Guardi il dato di partecipazione alle elezioni e si faccia qualche domanda. Io me le faccio tutti i giorni su questo tema. Attacca di qui, attacca di là non sta più insieme niente. Siamo ormai una società senza legami .

Ci sta pure il premio alla carriera per la ” vecchia gloria” , banalmente significa che c’è stata una carriera , che si è vista , e non sono stata sparata improvvisamente nell’universo come un disco volante, anche se adesso si usa molto. Se dopo cotanta carriera qualcuno mi ha chiesto ancora di fare qualcosa una ragione ci sarà pure, visto che le assicuro, non mi sono mai autocandidata in vita mia. Tra l’altro non ho ancora accettato, per cui la sua preoccupazione mi pare alquanto prematura.

Detto ciò vivo la mia età , reperibile ovunque, e tra l’altro assolutamente nella norma dato che non devo fare la ballerina di samba, con spensieratezza ed assoluta allegrezza , come direbbe il poeta; . e come sa …”Mai fidarsi di una donna che dice la sua vera età. Una donna capace di dir quello è capace di dir tutto. ” Oscar Wilde
Passo e chiudo

 

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5 Commenti

  1. Buongiorno Gioele,
    lo so bene e infatti le ho risposto. Comunque la ringrazio per essere stato onesto ed averlo ammesso. Apprezzo le persone che hanno il coraggio delle proprie azioni.
    Suvvia non faccia il modesto, lei è invece uno piuttosto attento al tema in questione ed è più addentro di quanto voglia fare sembrare.
    Comunque specifico che la mia l’irritazione non è dovuta al riferimento all’età, quella da signora con velleità giovanili pur non essendo più un’adolescente da un pezzo, di questo non m’importa nulla (anche perché , è perfino banale dirlo, prima o poi ci arrivano tutti e chi non ci arriva sta certamente peggio ) dicevo, è un’irritazione di tipo squisitamente politico. E’ l’idea quanto mai discutibile, ma che negli ultimi anni si è affermata con forza, per la quale basta metterne lì uno giovane, meglio se sconosciuto, con una bella immagine, e i problemi si risolvono da sé. L’abbiamo visto, non è così. I problemi si sono moltiplicati. Non per colpa dei giovani, ma perché sono grandi e seri, e a volte, non sempre naturalmente, perché i giovani, sono il tentativo di restyling dei vecchi che dietro le quinte guidano e orientano. Aggiungo che a volte succede anche con le donne, purtroppo, e con figure di categorie sociali sensibili. Accade ogni qualvolta si fanno battaglie simboliche e non di merito. Ha presente Tomasi Di Lampedusa Cambiare tutto per non cambiare nulla? Ecco. Sono in parte meccanismi di controllo del potere esistiti da sempre, dall’altra inevitabili fasi dei momenti che esigono un cambiamento repentino e però trovano resistenze nell’esistente. Molto più serio mi sembra invece il tema del ricambio della classe dirigente che deve trovare meccanismi di supporto e garanzie, e di cui rottamazione mi pare la versione da ubriachi osteria.
    A Como dice lei, è necessario “un programma innovativo che tolga la città dal letargo in cui vive e la porti ai livelli di dinamismo e di innovazione delle altre città lombarde governate dal centrosinistra, Bergamo e Milano .” Guardi, sono d’accordo, ma non pare anche a lei che l’attenzione sul candidato sindaco sia decisamente spropositata rispetto a quella sui programmi? Perché, dico io, a chiunque si dovesse candidare non si potrà dare un pacchetto di soluzioni già preconfezionate dicendogli “ Adesso falle.” salvo pensare che il sindaco sia una sorta di impiegato esecutivo senza autonomia e senza considerare i rischi legati al tipo di incarico. Guardi che non c’è la corsa a diventare sindaco. Chiediamoci anche perché. Forse perché si rischia in proprio parecchio e chiunque dovesse farlo, a Como, si troverà a rimettere in ordine una città con problemi enormi. Lei dice “ A Como non sia necessario il Candidato di nome con un passato di sinistra DOC “. Lo penso anch’io, e lo pensa con tutta evidenza anche la stragrande maggioranza della sinistra comasca, dato che da anni sostiene e vota candidati che mai sono stati della sinistra doc , mentre ad esempio a Milano e a Bergamo ( aggiungo anche Sondrio ,Brescia e Varese ) non solo ci sono stati , ma hanno vinto le elezioni e hanno anche governato bene. Allo stesso modo non si può pensare di riformare la politica, che ne ha bisogno, facendo credere che un qualsiasi privato cittadino preso a caso , possa fare meglio di un politico con anni di esperienza. In primo luogo perché non sono mai cittadini presi a caso, vengono solo attinti da altri circuiti. Per carità niente di illegittimo o illegale! Ci mancherebbe. Forse però un processo decisionale chiaro gioverebbe anche ad aumentare la fiducia dei cittadini nella classe politica, e forse la classe politica dovrebbe tornare ad assumersi in prima persona la responsabilità delle scelte, se vuole essere considerata tale. Inoltre la democrazia delegata per essere credibile, deve avere però un’etica dei comportamenti. Non solo all’interno degli schieramenti ma anche tra maggioranza e opposizione o fronti opposti. La valanga di insulti a cui assistiamo di questi tempi , rende la politica brutta e volgare. Procedere così significa delegittimarla sempre di più. Non ripeto la storia delle astensioni.
    Per finire mi stupisce un fatto, e cioè che la destra nel cui DNA c’è sempre stata una critica feroce ai partiti rilevabile anche dal fatto che nessuno delle formazioni del centro – destra abbia nel suo logo la parola “partito”, non abbia nessun timore a candidare iscritti doc e non mi pare che per questo perda voti, anzi. Al massimo si ridistribuiscono, ma sempre all’interno dello schieramento. Caso mai li perde quando sceglie candidati improvvisati, tant’è che la Meloni ha dichiarato che d’ora in poi vuole candidati con una formazione politica solida. Le devo dire, io sono d’accordo con la Meloni .
    Ahimé, ha ragione.
    Bisogna ritornare alla professionalità della politica, non nel senso carriera ma alla politica di peso, della serietà, della preparazione culturale vera, non il ricavato degli stralci di wikipedia , quella che fa vedere i problemi nella loro complessità, che coglie i nessi tra le cose e non si accontenta degli slogan. Quando la politica era davvero credibile e popolare non aveva bisogno di involgarirsi. Arrivava alle persone con i contenuti. Ripartiamo da qui .
    Saluti

  2. Gioele,la tua riflessione sulla necessità di un programma innovativo in luogo del semplice nome non fa una grinza. L’affondo sulla vecchia gloria del sindacato è una scivolata qualunquista che non fa merito alla profondità dei tuoi ragionamenti. Immaginare che Traglio possa essere portatore di un’idea progettuale nuova per Como é contraddetto dai fatti: un intero mandato di invisibile opposizione, dopo aver perso col candidato sindaco peggiore della storia della città.

  3. Gentilissima Dott.ssa Bartolich,
    premesso che sono assai sorpreso che abbia dedicato una riflessione pubblica a un mio post. Non Le nego, perché sarebbe ipocrita, che quando ho scritto “premio alla carriera alla solita vecchia gloria del sindacato” ho pensato anche a Lei, ma non solo a lei, come una delle potenziali scelte del Partito Democratico. Concordo, infatti, che la sua prestigiosa carriera è più politica che sindacale e, tra l’altro, non sapevo neppure che Le fosse stato esplicitamente chiesto di candidarsi. Non sono un politico e non partecipo a nessuna discussione di vertice dei partiti di centrosinistra.
    L’espressione “vecchia gloria”, di conseguenza, non è relativa alla Sua età. Non mi permetterei mai di ricordare l’età a una Signora, tra l’altro, mia quasi coetanea. L’espressione nasce dalla consapevolezza che quando la sinistra non ha idee innovative e non discute programmi degni di questo nome, finisce sempre per proporre all’ultimo momento personalità che sicuramente per la loro storia e il loro prestigio personale possono rinserrare le fila del proprio elettorato. Ho avuto l’impressione che sia quello che sta succedendo.
    La mia opinione, che è quella di un cittadino che non rappresenta nessuno, è che a Como non sia necessario il Candidato di nome con un passato di sinistra DOC ma un programma innovativo che tolga la città dal letargo in cui vive e la porti ai livelli di dinamismo e di innovazione delle altre città lombarde governate dal centrosinistra, Bergamo e Milano in primis.
    La città vive da parecchi anni un periodo difficile e di transizione. Le varie crisi economiche che si sono succedute, nei comparti industriali di punta, hanno modificato radicalmente il comprensorio economico e di conseguenza la vocazione della città. Adesso la transizione a città turistica e di servizi ha bisogno di una riedizione del modello urbanistico, di quello sociale, di quello tecnologico, di quello ambientale e di quello economico. Tutto ciò comporta ampie riflessioni e la scrittura di un programma politico condiviso e di lungo respiro. Il tutto in un clima nazionale, grazie anche agli investimenti europei e ai nuovi modelli di lavoro, proiettato più verso il futuro che verso il passato e in un clima locale che ha visto il fallimento della giunta Landriscina. È un’occasione unica per il centrosinistra a Como. Non sprechiamola.
    Como non ha bisogno di chi difende gli interessi di qualche esercente o di qualche associazione privata o di qualche lavoratore che sia. Non serve chi media tra gli interessi di categoria nella ricerca disperata di un equilibrio impossibile. La città ha bisogno di creatività. Ha bisogno di qualcuno che alla faccia delle potentissime lobbies che dominano la scena cittadina, cancelli la lavagna e riscriva quella che sarà la Como del futuro.
    Non serve quindi solo il Candidato. Serve un Programma che coinvolga chi vuole realizzarlo. L’astensionismo nasce perché ci si aspetta dalla politica un salto di qualità che non è evidente.
    Il mio post non era rivolto quindi rivolto a Lei, che stimo molto, ma all’impostazione che privilegia la scelta del candidato prima di individuarne un programma condiviso.
    Saluti
    Gioele

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