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Anna Veronelli, dalla Circoscrizione all’ultima campanella: “Pausa dopo 28 anni di emozioni”

Anna Veronelli, volto storico del centrodestra comasco, con l’addio a Forza Italia e l’ingresso in Azione di Carlo Calenda, saluterà Palazzo Cernezzi dopo quasi 30 anni.

Quali sono i sentimenti alla fine di questa straordinaria esperienza?

Sono passati 28 anni esatti da quando è iniziata la mia avventura. A partire dall’elezione alla Circoscrizione ad Albate nel 1994 fino a quest’ultimo mandato: più di metà della mia vita, per l’amore grande che ho per Como. Non ho ancora realizzato che sono stati gli ultimi Consigli comunali. Ricordo poi il primo giorno da assessore nel 2002, 20 anni fa, come un’emozione gigante. Ero davvero giovane, onorata e carica di responsabilità, come sempre da allora.

Come è cambiato il Palazzo negli anni?

Molti dirigenti e impiegati con cui ho avuto il piacere di lavorare, in primis la dottoressa Gualdoni, ora sono in pensione. Ma ce ne sono alcuni con cui collaboro da 20 anni. E credo che in Comune siano molti quelli che lavorano con passione e dedizione. Nonostante sia difficile districarsi con norme sempre più farraginose, enormi responsabilità e tempi biblici. A causa della pandemia abbiamo deciso di svolgere per la prima volta nella storia i Consigli online: un’esperienza complessa ma tutto sommato positiva.

Quali i momenti più significativi e quelli meno?

Ci potrei scrivere un libro. Difficile dirlo in poche parole: ogni volta che ho ricevuto un cittadino, ho risposto a un bisogno oppure ho realizzato un progetto è stato un momento significativo. La soddisfazione più grande, forse, è che, ogni volta che incontravo persone per una lamentela, non sempre uscivano dal mio ufficio con la soluzione, ma sempre riconoscevano che ci avevo provato con tutta me stessa.

Il suo ricordo più felice e quello più triste?

I mille genitori che si iscrivevano al Progetto Aurora: un corso per mamme e papà, che non esisteva prima ma del quale evidentemente c’era bisogno. Ancora oggi qualcuno mi dice: io c’ero, mi è stato utile! E io mi emoziono. Il giorno più triste sarà quando suonerà la campanella che porrà fine, almeno per ora, alla mia esperienza come amministratrice comunale.

Come è cambiato fuori dal Palazzo il suo rapporto con le persone?

Molti dei cittadini che sono venuti a incontrarmi quando ero assessore sono diventati poi amici cari. La considero una gran fortuna. E mi piace ogni volta che qualcuno mi ferma per strada o mi interpella per questioni che riguardano la nostra città: il contatto con le persone è uno degli aspetti della vita politica che più mi sono cari.

Pensa di tornare in Comune?

Non so se ci sarà modo di tornare a Palazzo Cernezzi: per ora mi prendo tempo per capire cosa posso fare per Como. Ho aderito ad Azione, il partito di Carlo Calenda, e certamente mi dedicherò al suo radicamento a Como. Serve una politica che studia, approfondisce, rifugge dal populismo e crede nel riformismo liberale.

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Un commento

  1. Complimenti!..nella città dei progetti incompiuti e delle giunte insignificanti…averci lavorato per 28 anni….
    Era ora..forse era meglio lasciare prima non crede?

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