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Scuole da chiudere, Lissi e Guarisco: “Il panico l’ha creato la giunta. E anche ieri nessuna chiarezza”

Dopo la riunione di commissione comunale, ieri sera, sul tema delle chiusura di alcune scuole della città – terminata senza che l’assessore Nicoletta Roperto abbia svelato nomi e dati dei plessi destinati al taglio – il Pd di Como va all’attacco.

“La commissione consiliare chiesta dalle minoranze sulle chiusure scolastiche non ha fatto la minima chiarezza su quali e quante scuole comasche chiuderanno. Purtroppo le dichiarazioni indefinite e generiche che la giunta ha dato nelle scorse settimane hanno provocato panico e le informazioni altrettanto poco definite date ieri non dissipano la preoccupazione. L’unica cosa chiara è che la giunta vuole ridurre i plessi” dichiarano Patrizia Lissi, capogruppo Pd a Palazzo Cernezzi, e Gabriele Guarisco, consigliere, commentando l’esito della commissione consiliare dedicata al piano di razionalizzazione scolastica prevista dall’amministrazione Rapinese.

Scuole da chiudere, in Commissione niente nomi. Roperto: “Se accadrà, sarà nel 2024-2025. Non creiamo panico”

“Limitarsi a chiudere avrà un impatto sulla vita delle nostre comunità e dei nostri quartieri, dove ogni istituto svolge un fondamentale ruolo sociale. Il timore è che si creino studenti di serie A, che continueranno a frequentare il proprio istituto, e di serie B, che dovranno spostarsi altrove. Accorpare i plessi di uno stesso quartiere, senza privare quindi un’area della scuola, sarebbe la razionalizzazione vera, qualora i dati indicassero questa possibilità”, commentano ancora Lissi e Guarisco.

“Lasciateci lavorare dice l’assessore Roperto – proseguono i due esponenti del Pd -Noi diciamo che occorre lavorare insieme con famiglie, operatori delle scuole e cittadini. Per questo continueremo a chiedere assemblee sul tema che coinvolgano tutto il territorio. Vogliamo sapere in che modo il Comune ha intenzione di affrontare il nodo trasporti che inevitabilmente si creerà con centinaia di famiglie e studenti costretti a un tragitto casa-scuola più lungo. Vogliamo che sia affrontata anche la questione occupazionale: che cosa succederà al personale dei plessi chiusi? E sempre sul tema scuola, deve essere fatta chiarezza sul punto unico di cottura e sul futuro dei lavoratori attualmente impiegati nella struttura. Non ultimo, vogliamo conoscere il piano del Comune per il nido di Albate, destinato a una chiusura prolungata calata dall’alto senza dialogo con le famiglie, e per lo spostamento della materna di Via Acquanera. La scuola è una cosa seria e noi non ci fermiamo”.

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