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Como: così sono finiti i sogni dei giovani musicisti. Sale prova, vergogna a peso d’oro

Nel maggio del 2008, la stampa locale parlava delle Sale prova musicali allestite dal Comune di Como nei locali dell’ex Ospedale psichiatrico al San Martino in questi termini: “Successo senza limiti. Le band sono 34 secondo il dato ufficiale del Comune ma non è escluso che il numero possa aumentare ancora”.

 

D’altronde, il progetto era ghiotto (e ben fatto, come si vede dalle due foto d’epoca qui sopra): due cabine allestite con tutto ciò che serviva ai giovani musicisti per suonare in santa pace e, chissà, magari iniziare il cammino verso i grandi palchi rock d’Italia e del mondo. O in direzione sagre di paese, al limite, che comunque hanno il loro perché.

Inutile dire che il sogno giovane a sette note durò poco: nel 2012, causa infiltrazioni e degrado generale degli ambienti dell’ex Opp, le sale prova vennero chiuse di botto. Erano diventate impraticabili.

La soluzione? Venne trovata, incredibilmente. E dunque ecco il trasloco alle soglie del 2013: attrezzature, insonorizzazioni, materiale elettrico ed elettronico trasferiti a Camerlata, nei locali dell’ex scuola elementare “Decio Raggi” di via Colonna, piano terra.

Location un po’ meno romantica, se si vuole. Ma almeno il progetto era salvo e i 72mila euro abbondanti spesi per l’allestimento primigenio non sarebbero finiti nel classico water closet.

E invece.

E invece nel water closet ci sono finiti, quei soldi. E con il malloppo, pure i sogni dei musicisti o aspiranti tali.

Le fotografie che vedete a corredo di queste poche righe dicono tutto quanto serve aggiungere: i locali di via Colonna sono conciati esattamente come appaiono. Un orrore di sporcizia, abbandono, degrado, incuria assoluti. Anzi, di più.

Perché ciò che resta di quei 72mila euro circa non è soltanto la desolazione che si può osservare qui attorno.

Ce n’è un’altra parte, quella dove sono ammassati i resti delle attrezzatura. Ma è trincerata, blindata agli occhi e alla pietà dietro una porta chiusa e invalicabile, sotto l’unica striscia di soffitto colorata di verde. Verde speranza, si diceva un tempo.

Verde vergogna, oggigiorno.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Poi non ci sono i locali per sistemare delle brandine militari ed ospitare chi non ha un tetto ….
    I locali ci sono ,…e tanti ! Certo andrebbero svuotati e ripuliti , ma poi non ci sono i soldi ….
    Ci sono i soldi , …e sono tanti ! E sono nostri !
    Ma chi ha in mano le faccende della città di Como , preferisce che tutto vada alla deriva e che i milioni vadano a finire in un cesso ….
    Come non sentirsi venile il ‘magone’ , davanti a tanta incuria , a così incredibile spreco , a tale indifferenza ???
    E i sogni dei giovani dove sono andati a finire ?
    Quale esempio è stato dato e soprattutto quale aiuto è stato offerto a chi aveva nella mente e nel cuore , dei progetti che già vedeva realizzabili ??
    E la Scuola Decio Raggi ?
    Avete fatto bene a fotografare quanto di schifoso c’è dietro porte chiuse e dentro edifici che hanno avuto un glorioso passato !
    Questo è quanto si scopre a Como , bellissima città per la Natura che la circonda ; ma se andiamo a guardar bene , si ha la stessa brutta sorpresa di chi spoglia una bella donna imbellettata e la scopre con l’intimo indecente .
    Ho finito , ed ho le lacrime agli occhi ! A 90 anni , mi piange il cuore nel vedere la mia Como , priva di iniziative e di buona volontà da parte di chi dovrebbe amarla .

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