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Gallio, dopo 37 anni il mitico direttore va in pensione. Un commosso Donato Arrighi: “Ora faccio il nonno”

“Sono entrato al Gallio il 1 ottobre 1970, come studente di Ragioneria, e sono riuscito a prendere la maturità solo quest’anno, dopo 49 anni”.

Scherza, Donato Arrighi, ma la sua voce allegra (e giustamente orgogliosa) non nasconde una sottile malinconia. E non potrebbe essere altrimenti perché oggi è il primo lunedì da 37 anni a questa parte in cui non si è messo la giacca e la cravatta per andare nel suo ufficio come direttore generale del Collegio Gallio.

Da venerdì scorso, infatti, Arrighi è andato ufficialmente in pensione dopo una vita tra le mura del Pontificio Collegio Gallio di Como. “Dopo il diploma in Ragioneria – racconta – ho iniziato a lavorare qui come insegnante di educazione fisica alle medie e al liceo. Avevo 21 anni e gli studenti dell’ultimo anno ne avevano 18, eravamo praticamente coetanei. E in tutti questi anni ho visto entrare al Gallio i loro figli, addirittura i loro nipoti”.

Nel 1982, poi, la svolta: “Dopo alcune collaborazioni, sono subentrato al professor Simeone Lipari come Segretario. È stato un grande maestro, gli devo molto. E anche se i nomi sono cambiati e oggi si dice direttore, a me piace il titolo di Segretario”, ricorda.

In quasi 40 anni, Arrighi è stato testimone di profondi cambiamenti nella scuola (in generale, non solo nel Gallio) ed è stato per alcuni anni referente delle scuole paritarie della città ma oggi sfugge a qualsiasi riflessione sull’argomento perché questo è, giustamente, il tempo dei ricordi e dei ringraziamenti. “Posso solo dire che quando ho iniziato a lavorare come Segretario avevamo 1100 alunni, tutti maschi. Sono cambiate tante cose in questi anni, è cambiato il modo di vedere la scuola ed è cambiata la società – si limita a dire – Oggi però mi sento solo di ringraziare il Gallio e i Padri Somaschi per la fiducia che mi hanno dato e che spero di essere riuscito almeno in parte a ripagare”. E se, oltre ai fatti, sono le parole che si usano per “uscire di scena” a dare il valore di una persona, la sincera modestia di chi si sente di ringraziare più che di essere ringraziato fanno davvero capire il valore del ragionier Arrighi (come lo chiamano da sempre genitori e alunni).

E ora? “Un po’ di dispiacere c’è, ovviamente, ma è giusto così. Non sono una di quelle persone attaccate al cadreghino. Sono appena diventato nonno e darò volentieri una mano a mia figlia, lascio il Gallio è in buone mani. Adesso per me è solo il momento di ringraziare”. E, anche se non vuole sentirselo dire, di essere ringraziato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Un saluto affettuoso al Prof. Arrighi!!!!!
    Lo ricordo con piacere come mio insegnante di educazione fisica alle medie e successivamente come segretario durante gli anni del Liceo Classico.
    Spero di incontrarlo ancora per le vie del centro con il suo inconfondibile saluto: “Ciao Conti …”
    Un augurio per il futuro da pensionato e da nonno.

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