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Rimini-Rimini, Riccione e/o Piazza De Gasperi? Coprifuoco, Rovi e Giuliani: sapore di sale

Nella serietà (assoluta) di una controversia giudiziario-social-politica che riflette sul futuro e sulla visione turistica di Como, la polemica, inevitabile, si incista (e gemma rigogliosa) anche nel Social.

E’ di ieri la notizia: la vicenda di piazza De Gasperi (al netto di altri gradi di giudizio) è chiusa.

Il giudice Serra ha condannato esercenti e Comune di Como (con parole dure: omessa vigilanza) a risarcire il residente (60mila euro) che da anni denunciava un eccesso di rumore notturno. Non solo, il coprifuoco alle 23 per l’intera area è definitivo.

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Piazza De Gasperi: coprifuoco definitivo e risarcimento. Condannato anche il Comune: “Non ha vigilato”

Immediato il colpo di reni del rappresentante degli esercenti di zona, coinvolto direttamente nella sentenza, Carmine Giuliani, che inatteso e furbo (rispetto alle posizioni del passato più declinate alle conseguenze economiche), pur annunciando ricorso, ha portato la questione al livello amministrativo-politico:

Coprifuoco in De Gasperi, Giuliani: “Problema politico. Quale turismo vuole il Comune?” 

Così oggi l’ex consigliere comunale Dem, Guido Rovi (oggi parte della lista Civitas dell’ex assessore e consigliere d’opposizione, Bruno Magatti), è intervenuto a gamba tesa nel confronto sulla pagina Facebook di ComoZero.

Evocando memorie cinematografiche a firma para-vanziniana, quel Rimini-Rimini di Sergio Corbucci, e turismo (sembra di capire) un tanto al chilo, Rovi ha lanciato la noce di cocco(bello):

Ma cosa si intende per turismo? tipo il film Rimini-Rimini? Uno che vuole una certa cosa va a Riccione. Il turismo non è la movida da finta spiaggia che abbiamo qua.

Qua del turismo da riviera c’è solo qualche tavolino la sera. Non è nemmeno vera ristorazione, perché un piatto tipico che sia uno non c’è e se c’è devi scovarlo in quei 2-3 locali che stanno in piedi perché si sono fatti un nome.

C’è la roba acchiappa turisti, quelli mordi e fuggi tipo Venezia. Ed è chiaro che c’è un problema in questa città sul turismo. Io vorrei che chi viene in città in visita si fermasse un giorno, due giorni in più: questo fa girare l’economia. Como è una città d’arte con in lago. Una città d’arte che non valorizza il suo patrimonio (responsabilità della politica), ma nemmeno il lago.

Non è Riccione e non è Pisa e deve ancora trovare la sua identità. I turisti, quelli veri, fanno il giro della città, entrano in duomo e partono in battello e il turismo a Como finisce a Bellagio. Se i turisti restassero due giorni a pernottare in città, allora sì che ci sarebbe un vero incremento di denaro, una iniezione di liquidità e lavoro per tutti gli esercenti anche in fasce orarie diverse dal solito aperitivo (che diciamocelo, è fatto per gente della zona e qualche milanese, che non son certo turisti). Ma per far restare la gente in città serve valorizzare ciò che c’è.

Del resto i milanesi che scemi non sono, tutto si sognerebbero tranne che definire la vita notturna dei Navigli attività turistica. E’ anche quello, ma è soprattutto rivolta a gente che non pernotta in città. E’ roba da milanesi/lombardi.

Immediata la replica di Giuliani:

Guido Rovi Riccione lo hai nominato te!!! Il turista oltre a dormire dovrebbe anche mangiare!!

Insomma un lieto (?) scambio di battute con finale inaspettatamente conciliatorio:

Insomma, il confronto dopo la sentenza è assai aperto, per questo vi invitiamo a contribuire: redazionecomozero@gmail,como

Oppure: Facebook.

COPRIFUOCO IN PIAZZA DE GASPERI: TUTTE LE TAPPE DELLA STORIA

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