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Articolo Uno: “Sindaco e destre confusi su tutto. Agonia irreversibile, Como torni al voto”

La devastante sequenza di strappi, accuse incrociate, assenze, provocazioni e sfottò che dilania il centrodestra al governo a Palazzo Cernezzi continua a innescare polemiche e dibattiti sul futuro della giunta Landriscina.

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Oggi, su quella scia, si colloca anche – da sinistra – Articolo Uno, con una lunghissima presa di posizione sulle faide di maggioranza. La pubblichiamo di seguito.

La città di Como non può più permettersi il lusso di aspettare che i partiti di destra, collocati dentro e fuori la giunta comunale, risolvano le questioni di bottega che tengono in scacco l’istituzione impedendo persino al Consiglio comunale di funzionare.

Occorre però prendere atto che l’assenza di un governo cittadino non è un dato emerso soltanto nel periodo più recente.

È evidente da tempo che l’alleanza prevalsa nel voto del 2017 ha esaurito, e non da oggi, la sua carica propulsiva. Il tramonto del governo giallo-verde dominato dall’estremismo leghista e il clima favorito dal nuovo governo nazionale sul tema dell’emigrazione e dei rifugiati ha privato la giunta di Como della missione fondamentale – e unica – che si era data: quella di fare da amplificatore delle non-politiche del governo nazionale e dei sentimenti di odio razzistico da esso diffusi.

Di quella stagione ingloriosa non restano oggi che il ridicolo e l’isolamento con cui sono accolte le tristi appendici (come l’idea di realizzare la recinzione a San Francesco) e la consapevolezza diffusa che la giunta di destra non sia in grado di avanzare proposte e di operare in concreto per affrontare l’emergenza umanitaria e, contemporaneamente, salvaguardare la sicurezza dei cittadini e il decoro dell’ambiente.

Nessuna altra missione giustifica oggi la presenza di un sindaco incerto su tutto e di un esecutivo preda di una totale confusione, sia che si tratti di affrontare problemi di ordinaria amministrazione (come quelli del blocco di via per San Fermo, della chiusura della piscina di Muggiò o del forno crematorio) sia che si tenti di dare risposta a temi di carattere “strategico” come le paratie, il destino della Ticosa e delle altre aree dismesse, lo stato del servizio di pubblico trasporto, il futuro economico della città.

Per non parlare della singolare iniziativa di aumentare le tariffe per l’uso degli spazi pubblici nel momento in cui la città soffre di una straordinaria carenza, così come – del resto – è del tutto priva di una politica culturale.

Nel frattempo si registra la sconcertante assenza di reazioni di fronte all’allarme della magistratura per le infiltrazioni di carattere mafioso nel tessuto economico della città, mentre varie nomine di soggetti effettuate dal sindaco ai vertici di enti a pubblici, o di stretti collaboratori, hanno posto seri dubbi in termini di trasparenza e di opportunità.

L’emergenza dell’epidemia in corso non deve – e non può – costituire un alibi per rinviare la presa d’ atto che la crisi dell’attuale maggioranza è un dato irreversibile.

È proprio pensando alle urgenze che essa pone – anzi – che è necessario voltare rapidamente pagina.

Como rischia di vedere esplodere la “bolla” dello straordinario sviluppo turistico di questi anni, basato in particolare sulla diffusione degli affitti brevi, che ha nel frattempo provocato una alterazione non governata e lassista degli equilibri demografici – attraverso la modifica delle destinazioni d’uso – e ha provocato la desertificazione di parti del tessuto urbano.

A questa tendenza occorre porre rapidamente rimedio pensando ad alternative credibili in direzione di un nuovo modello di sviluppo orientato alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, alla cultura, alla promozione dell’economia digitale.

Un orizzonte del tutto estraneo all’immaginario e alle capacità del personale politico che siede nella giunta attuale e, probabilmente, nello stesso Consiglio comunale.

Proprio per questo – e non accampando l’argomento dell’emergenza sanitaria – nessuna dilazione, nessun rinvio sarebbe giustificabile per prolungare l’agonia dell’Amministrazione e con essa della città.

Si volti pagina e si chiamino i cittadini al voto per scegliere una classe dirigente finalmente all’altezza dei problemi e delle potenzialità di Como.

Coordinamento provinciale Articolo Uno

 

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5 Commenti

  1. Però. Se non lo avessero detto quelli di Articolo 1, non ce ne saremmo proprio accorti della crisi in cui versa la città!
    Non ci saremmo neppure accorti che da quando quelli di Articolo 1 hanno fatto opposizione ai governi di centrosinistra, la deriva sovranista, reazionaria e razzista è diventata maggioranza nel Paese.
    E infine se loro non ci avessero ricordato la crisi della Giunta Landriscina, non ci saremmo accorti che a Como esistono anche loro. Poveri…. Grazie. Ci mancava.

  2. Nella biografia del Dott.Landriscina leggo laurea in medicina con specializzazioni in Anestesia e Rianimazione. Ok, la parte di Anestesia della giunta è stata eseguita egregiamente. Adesso è ora della Rianimazione, o il paziente sarà irreversibilmente perso.

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