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Valbasca, l’ex Polveriera rinasce con Tony e il Birrivico: “Bistrot, pic nic, spogliatoi per runner e eventi”

Forse è la volta buona. A giugno dovrebbe riaprire l’ex Polveriera. In questo caso tutto sembrerebbe pronto ma per scaramanzia i nuovi gestori dell’immobile non vogliono ancora fornire una data ufficiale dell’inaugurazione. Ci raccontano però entusiasti come è nata e come si è concretizzata l’idea di prendere in gestione questo edificio che si trova in una delle zone più frequentate del Parco della Spina Verde. Dell’ex Polveriera, abbandonata dopo la fine della guerra, si è spesso parlato negli anni passati nell’ambito di potenziali progetti di recupero, tradotti in realtà solo nella primavera del 2019, quando i lavori di restauro sono terminati. Ma poi da quel momento, complici pastoie burocratiche e ovviamente anche i due anni di Covid, nulla è più stato fatto.

“La situazione era immobile fino a poco tempo fa quando, con un’assegnazione diretta tramite trattativa, abbiamo preso noi in carico la Polveriera”, dicono i componenti della nuova società creata per l’occasione, che vede all’interno il conosciutissimo Tonino de Falco (nella foto) del Birrivico, sua sorella Martina, che lo gestirà in maniera principale, e un terzo socio. “Il mio carissimo amico e giardiniere Edoardo Trombetta è il terzo elemento. Da tempo pensavamo di fare qualcosa insieme e dopo aver visto questa opportunità e averci riflettuto, ci siamo buttati. E ora siamo pronti – racconta Tonino – Tanto che puntiamo ad aprire per giugno”. Ma cosa ci sarà dunque nell’ex Polveriera? “Innanzitutto va detto che i lavori di recupero del passato hanno lasciato una struttura in ottime condizioni. L’intenzione generale è di creare un caffè-bistrot, sale per eventi, docce e spogliatoi per i runner che in Valbasca e nelle aree limitrofe da sempre amano andare a correre”.

Tutto è stato curato nei dettagli e ogni possibile utilizzo dell’area è stato analizzato. “Innanzitutto lo sguardo è rivolto alla natura. Qui verranno le persone che vogliono prendersi una pausa dalla città”.

I boschi della Valbasca

Osservando l’edificio si comincia con il piano terra dove verrà ricavato un caffè-bistrot nel quale non mancheranno le storiche birre artigianali, marchio di fabbrica di Tonino, oltre a vini e aperitivi. L’idea è quella di creare, oltre a un’offerta culinaria classica, anche dei pacchetti picnic. Le persone potranno acquistarli e poi o rimanere nell’area verde a disposizione oppure andarsene in giro per i sentieri e trovare un posto dove fermarsi a consumare il pasto. Ovviamente tutti i materiali saranno biodegradabili ed ecologicamente sostenibili per essere a impatto zero. Inoltre verranno fornite delle mappe del Parco Spina Verde per far orientare le persone. Insomma il massimo relax nel verde e nella natura. L’ex Polveriera sarà dunque una struttura ricettiva polivalente per i visitatori che ogni giorno passano dal parco o che invece ci andranno appositamente.

“Al secondo piano inoltre c’è uno spazio di 60 metri quadrati che vorremmo mettere a disposizione di associazioni e privati. Luogo ideale per organizzare magari corsi di yoga, teatro e allestire eventi”, spiega sempre de Falco. E infine verrà sfruttato, questa l’intenzione, anche il blocco docce dove verranno sistemati degli armadietti, così da consentire ai runner interessati di potersi cambiare negli spogliatoi, correre nella natura e poi al rientro potersi fare una doccia.

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22 Commenti

  1. Sono un profondo conoscitore della zona, da anni collaboro con il gruppo Alpini per la manutenzione della Valbasca, da quando il Parco ci ha messo le mani vediamo solo disastri e sperpero di denaro pubblico, vedi zona umida rane rosse. (100.000 euro buttati in quanto la roggia Segrada si è ripresa la sua area naturale al primo temporale, così come avevo spiegato all’Arch. CASATI NELLA RIUNIONE PUBBLICA.
    Vedo che il Parco vuol continuare a fare grossi errori in Valbasca sperperare ingenti somme, la nuova attività deve essere dotata di parcheggi, allacciamento alla rete fognaria e tutto quanto le norme richiedono. Non sono assolutamente d’accordo.

  2. No, grazie.
    La Valbasca non ha bisogno di una attività commerciale al suo interno; il luogo attuale non è in stato di degrado, la valle e i suoi boschi necessitano solo d’esser preservati, tutelati, assieme alla sua quiete.

    Non riusciamo forse più ad accettare un luogo naturale in quanto tale? Dobbiamo forzatamente integrare un bar per renderlo godibile?
    Si parla di “valorizzare”, ma valorizzare per chi? Indubbiamente un bosco senza bar non produce guadagni per nessuno, mi vien da pensare.
    Gli amanti del verde e della pace della Valbasca non necessitano di un bistrot sul loro cammino, anzi rifuggono tutto ciò che richiama ciò che alberga in città.

    Che questa folle idea possa incontrare la più intensa resistenza da parte della popolazione, giù le mani dalla Valbasca!

    1. Gentile Luca

      Ha perfettamente ragione. Valorizzare significa prendere il bello di un posto e renderlo ancora piu’ fruibile ma non decontestualizzarlo. E non c’entrano nulla i discorsi di chi accusa di osteggiare ogni iniziativa. Ben vengano nuovi locali dentro Como, ben vengano spazi per i giovani dentro Como. Nessuno è sfavorevoli alle iniziative ma non tutte le iniziative sono sensate. Vogliamo fare una discoteca in Piazza Duomo e se siamo contrari siamo retrogradi? In un posto di pace, per chi vuole il silenzio del bosco e il contatto con la natura, un locale di questo tipo di certo non va bene.

  3. Peccato che “la rana nel pozzo” vede sempre auto parcheggiate in divieto di sosta dall’altra parte della Valbasca e ben più vicino al nuovo ritrovo , basterebbe avere l’onestà intellettuale di aprire gli occhi e verificare come si comportano i visitatori del parco. Comunque, andate avanti con le vostre idee intelligenti e costose (per la comunità) , vedremo tra qualche mese chi avrà ragione.

    1. Caro Marco
      Concordo. Se si fosse voluto davvero valorizzare l’area si poteva riqualificare i sentieri, il percorso vita quasi marcescente, magari organizzare delle visite guidate etc.

  4. Si parcheggia al Cimitero di Lipomo volendo, la zona è cmq frequentata da moltissime persone che vengono a piedi, come accade in molte baite inaccessibili ai mezzi di trasporto. È una idea intelligente che riqualificare ulteriormente la zona, chi la critica ha la stessa visione di una rana nel pozzo

  5. Se qualcuno ha “buttato” 330.000€ in lavori inutili che erano anche stati sconsigliati vivamente dalla popolazione durante una partecipatissima assemblea pubblica, non è una valida motivazione per fare anche di peggio! Riguardo accessi e parcheggio, basta venire una qualunque serata per vedere la realtà. Oggi 6 auto in divieto di sosta…. Ma lei pensa che i “visitatori” da “pacchetto picnic” vengono a piedi da casa attraverso il sentiero pedonale ?!?! Oppure che i runner con borsa da “depositare negli appositi armadietti” dopo la doccia facciano una camminata fino a casa ?!?!

      1. L”aspetto qui all’inaugurazione per controllare come vanno le cose in una zona ORA tranquilla ed abituata da gente civile anche se non la pensa come le persone “che migliorano la città” come lei ed i rappresentanti del “parco”.
        PS , mi farà vedere dove avete fatto i collegamenti fognari…se ci sono davvero.

      2. A mio parere “la città è conciata in questo modo” perché enti e personaggi autoreferenziali si arrogano il diritto di fare opere e scelte assurde senza mai pagarne le conseguenze e senza ascoltare la cittadinanza. In questa zona “il laghetto delle rane da 110.000€ ” ora selva” e questa inutile ristrutturazione per metterci alla fine l’ennesimo bar perché non si aveva idea di come giustificare i 330.000€ spesi. In città “le paratie” , autosilo vecchio S.Anna , ospedale S.Anna a S.Fermo , impianti sportivi chiusi, ciclabili inesistenti….. Ma risolviamo tutto con un “pacchetto picnic con stoviglie biodegradabili”. Bravi!

        1. Apprezzo i suoi commenti Sig. Marco, ma una cosa non esclude l’altra.
          Rendere piu’ appetibile e vivibile una zona verde della citta’ con accoglienza da rifugio di montagna e’ una cosa incredibilmente positiva sia per chi ci abita che per i turisti.
          E’ anche vero che le cosa vadano fatte con criterio, e che quindi vada salvaguardata la pace degli abitanti del posto creando appositi spazi parcheggio per chi quei posti andra’ a frequentarli.
          Como ha un patrimonio naturale e turistico sfruttato al 5%, cerchiamo di valorizzarlo a favore ma nel rispetto dei cittadini….

        2. Mi faccia capire, quindi lei si lamenta sia di chi non fa niente, sia di chi prova a fare qualcosa.
          Discorso molto intelligente

  6. La strada di accesso sarà solo quella pedonale, non sarà un locale notturno, e il collegamento con la fogna è stato fatto negli ultimi lavori.
    Comunque, siccome il comune ci ha investito parecchi soldi (anche suoi) per i lavori di ristrutturazione, penso che la gestione data in mano a questi ragazzi, che manterranno in ordine sia l’edificio che l’area verde di competenza, sarà un bene rispetto all’abbandono e al degrado.

  7. in tempo di elezioni c’è chi parla e chi fa…..e Toni fa.
    diffidiamo di chi trova solo problemi…ma affidiamo a trova soluzioni e fa per rivivere parte di questa città. bisogna guardare oltre sempre…

  8. Non esistono parcheggi vicino alla polveriera! Le possibilità sono : prato a fianco (che bello !! ) , Via Giacomo della Porta (strada privata a fondo cieco già abbondantemente utilizzata dagli “sportivi” nonostante i divieti di sosta)

  9. Complimenti davvero finalmente qualcosa di alternativo… Rimango un po’ perplesso per l’area parcheggio… Dove sarà?

  10. Come rovinare per sempre una zona bellissima. Dove parcheggieranno gli avventori? La strada di accesso a questo ‘locale” quale sarà? Sarà aperto anche la sera/ notte? Addio tranquillità per i residenti, umani e “del parco” regionale….. Complimenti al presidente dell’ente parco, ennesima disastrosa scelta della sua gestione! Dimenticavo ….gli scarichi delle docce/bistrot dove andranno,? La fognatura li non arriva….

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