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Lanzo, Paolo accoglie mamma e figlio ucraini. Nella stessa casa sfollarono madre e nonni durante la Seconda guerra mondiale

Mentre continuano purtroppo a scorrere le tremende immagini della folle guerra in Ucraina, fortunatamente arrivano anche delle belle storie, ricche di speranza. E uno di questi insondabili percorsi della vita parte da una città, Kiev, ostaggio dei combattimenti, per arrivare nella quiete del comune di Alta Valle Intelvi, dove la forza di volontà di un uomo e lo spirito di accoglienza di una comunità intera, hanno dato speranza e amore a una mamma e a un figlio in fuga dall’orrore delle bombe.

Tutto nasce in pochi attimi. Paolo Baldoneschi, residente a Lanzo, sopraffatto, come tutti dalle immagini di morte e disperazione di un conflitto tanto assurdo quanto a noi vicino, pensa subito alla sua casa come rifugio dove poter ospitare Masha e Mark, mamma e figlio, congiunti di un suo caro amico ucraino. Dopo essersi messo in contatto con loro, li fa subito scappare dalla città sotto assedio. La mamma prende la macchina, carica il figlio e poche cose, e parte. Attraversa miracolosamente il paese, passa in Polonia e poi in Repubblica Ceca. Nei vari tratti del percorso riesce a trovare appoggio.

Paolo intanto si mette in viaggio per incontrarli in Svizzera. E alla fine, dopo un tragitto molto complesso si incontrano. In tutti i paesi attraversati, vista la situazione, trovano assistenza. E così pochi giorni fa l’arrivo a Lanzo.  Ovviamente il sindaco di Alta Valle Intelvi Marcello Grandi viene subito allertato per segnalare la presenza dei due profughi ucraini e per richiedere i documenti provvisori.

E qui si apre la seconda parte di questo viaggio della speranza: un’intera comunità si mette a disposizione dei due profughi e, dopo una breve trafila burocratica, i due rifugiati ricevono documenti adatti a risiedere in Italia per un anno. “Siamo ovviamente molto felici di poter accogliere chi ha bisogno e chi sta vivendo questa tragedia. E siamo ovviamente pronti a farlo anche con altri visto che l’emergenza profughi sta aumentando- spiega il sindaco Marcello Grandi – Cerchiamo di garantire un minimo di normalità a queste persone”. Intanto Mark sta già frequentando la prima elementare e imparando l’italiano, anche grazie agli amici e ai volontari che si stanno prodigando per rasserenarli (per quanto possibile, avendo ancora il papà e altri parenti nei territori di guerra).

E tutto il paese sta facendo a gara per essere d’aiuto. La Lario Intelvi ha subito invitato il bimbo a unirsi alla loro squadra di calcio. “Sicuramente a Mark farà piacere. Adesso gioca a pallone nel giardino di casa, sarà per lui una splendida notizia – racconta Paolo Baldoneschi – La mamma è la figlia di un mio carissimo amico e ho subito pensato a loro. Da qui è nato tutto. Adesso sono tranquilli seppur ovviamente preoccupati per quanto sta accadendo e per i loro cari”. Infine un ultimo dettaglio molto significativo. “Il destino vuole che questa stessa casa, che oggi ospita Masha e Mark, durante la seconda guerra mondiale aveva ospitato mia mamma – racconta Paolo – sfollata da Milano con i suoi nonni. Qui vissero due anni. Pur essendo due belle storie fa molta impressione pensare che ancora una volta, dopo più di 70 anni, due bambini siano accomunati dall’aver dovuto vivere l’orrore della guerra”.

 

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